I Giganti della Commedia: FRANCO FRANCHI (a cura di Domenico Livigni)
Un ricordo del grande comico siciliano, all'anagrafe Franco Benenato, in concomitanza con la sua nascita avvenuta a Palermo il 18 Settembre 1928.
"Comici si nasce. E’ lui, io lo chiamo il Creatore dei pupazzetti, che nel momento in cui sta modellando fa così e li va buttando per il mondo. Nel caso di Ciccio il pupazzetto è venuto un po’ più lungo, nel caso mio, ha voluto prendere un po’ di tempo in più nella modellazione. Magari dicendo a Maria: <<Appena arriverà sulla Terra, si faranno quattro risate>>".
Franco Franchi, palermitano doc, nacque con una foggiatura adeguata alla comicità surreale, esibizionistica e magnetica; una comicitàcosì particolare da farlo diventare una maschera perfetta e ineguagliabile dello spettacolo italiano del secolo scorso. Franchi calcò dapprima “le tavole del palcoscenico” della strada e della miseria e poi affrontò una lunga gavetta; strade d’arte e di vita che percorse sempre con orgoglio, ma senza mai perdere la sua infinita bontà e umiltà. Lui che la fame la considerò per tutta la sua vita la sua molla vitale, la sua compagna per anni e anni. Finchè il destino decise di creare la celeberrima coppia “Franchi-Ingrassia”. I due si incontrarono per la prima volta nel bar Italia di Palermo e fu proprio Ciccio ad apprezzare per primo le capacità comiche di Franco, facendolo debuttare nella rivista “Follie di donne”, dove Franchi rimpiazzò l’attore Nino Formicola (che in quella circostanza fu sostituito per via d’un malore). La coppia debuttò al Teatro Costa di Castelvetrano nel 1955 con lo sketch “Core ‘ngrato”, semplice e senza copione (come dichiarò lo stesso artista in un'intervista): "Ciccio si presentava sul palcoscenico per cantare “Core ‘ngrato”, e io lo disturbavo, tutto qui. Lui attaccava a cantare con quella terribile faccia triste, gli occhietti rivolti al soffitto e io lo interrompevo per fargli una domanda sciocca. Lui ricominciava a cantare daccapo con le mani sul cuore e io gli tiravo la giacca per chiedergli una delucidazione. Per poco non crollò il teatro”.
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