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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020

IL MIO TOTÒ (di Ugo Tognazzi)

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La mia vita artistica è stata più volte legata alla presenza di Totò. Con lui, tra l'altro, ho girato due film, ma soprattutto la sua morte ha avuto per me un diverso sapore: al dolore immenso si aggiunse la soddisfazione - dolorosa in verità - di essere chiamato a sostituirlo nel film che stava girando proprio in quei giorni: Totò era impegnato ne "Il padre di famiglia" e Nanni Loy che ne era il regista pensò a me per portare a termine il lavoro, pur avendo io un tipo di comicità diverso. A questo ricordo resto affezionatissimo e sono orgoglioso solo al pensiero di essere stato accostato alla sua figura.  Con lui girai "Totò nella luna" e "Sua eccellenza si fermò a mangiare" e si trattò di due esperienze umani indimenticabili. Molti hanno detto che fuori dal set era assi triste, non è vero, per me che ero allora giovanissimo, ha sempre provato forte simpatia; una volta gli dissi che la mia compagna essendo di lingua inglese mi chiamava Jugo.  Ebbene l

TOTO', PEPPINO E... TITINA (a cura di Giuseppe Cozzolino)

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  Girato da Camillo Mastrocinque sulla scia del successo di Totò, Peppino e la ...malafemmina ", " Totò, Peppino e i fuorilegge " (1956) schiera nel cast già collaudato una graditissima sorpresa: la meravigliosa Titina De Filippo che ritorna al fianco del Principe ben 16 anni dopo "San Giovanni decollato" .  Questa preziosa aggiunta consente allo spettatore di rimirare la splendida intesa tra Totò e Titina, non meno spassosa di quella con Peppino. La Gag dell'Oliva e quella del Pozzo dei Rospi giustificano da sole la produzione di questo film che risente, probabilmente, di un non adeguato lavoro sulla sceneggiatura (il film venne girato in fretta anche perchè il Principe si apprestava a tornare sulle scene teatrali con la rivista "A prescindere"). Il film vinse tuttavia un Nastro d'Argento - miglior Attore Non Protagonista - con Peppino De Filippo. Peccato per la seconda parte della pellicola che non sfrutta al massimo le straordinarie potenz

I Giganti della Commedia: ALBERTONE fa 100 ! (a cura di Roberta Verde)

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  Sarebbe stato un compleanno importante quello di Alberto Sordi se quel 24 febbraio del 2003 il destino non lo avesse portato via. Perché l’Albertone nazionale, una delle stelle della commedia all’italiana, aveva ancora tanto da insegnarci, doveva ancora farci ridere (facendo riflettere) delle nostre miserie e piccolezze. Sordi era un abile interprete e narratore del sentimento medio italiano,“un artista che sapeva acchiappare rapinosamente i tratti, anche i più nocivi, del temperamento nazionale e di restituirli in forma comica” (Filippo Ciccarelli). La sua è stata una carriera lunga e prolifica (quasi duecento film), durante la quale ha dato vita a personaggi iconici, come “Nando Mericoni” il goffo ragazzone romano che sognava l’America mangiando italianissimi maccheroni.  Interprete e regista di sé stesso, pochi anni prima di morire ha ricevuto diverse onorificenze, tra cui due lauree honoris causa. “Signorino” convinto, era gelosissimo della sua vita privata. Non amando la mondani

TOTO' E GLI "ALIENI" (a cura di Giuseppe Cozzolino)

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"Totò nella Luna" (1958) è, a tutti gli effetti, l'unica incursione del Principe della Risata nei territori della Fantascienza. Erano gli anni della rivista "Oltre il Cielo", leggendaria pubblicazione di astronautica e fantascienza varata nel 1957, e di celebri titoli sci-fi come "Ultimatum alla Terra" (1951) e "L'Invasione degli Ultracorpi" (1956). Il Soggetto purtroppo non approfondisce adeguatamente la dicotomia Tognazzi (l'aspirante scrittore di fantascienza) e Totò (l'editore cinico che pensa solo a promuovere e pubblicare foto di belle donnine), anche se i loro "battibecchi" risultano ugualmente gradevoli. Ci sono due Dive Spaziali come Sylva Koscina e Sandrocchia Milo e il grande Luciano Salce (futuro regista di "Fantozzi") nel ruolo di un agente al soldo di una potenza straniera, con l'immancabile parlata tedesca.  Anche il Finale risulta un pò troppo frettoloso, con Totò intrappolato con un clone d

I Giganti della Commedia: Ricordando PAUL BERNARD (a cura di Domenico Livigni)

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  Recentemente, ho comprato questa locandina d'un vecchio cinema-teatro di Forlì, datata 1930. La locandina reca, oltre al titolo del film (il capolavoro del 1930, con Maria Korda e Milton Silss), il nome del protagonista dello spettacolo "in arte varia": Bernard. Un nome che ai più (e non solo) non suggerisce perfettamente niente, un comico che al primo impatto ci può sembrare "secondario", come la sua carriera e i suoi "clamorosi successi".  Invece, consultando la celeberrima e fondamentale opera di Silvio D'Amico, "L'enciclopedia dello spettacolo" (VOL. II, Casa editrice Le Maschere, 1954), trovo addirittura una pagina intera (354) a lui dedicata con tanto di foto (la stessa immagine usata nella locandina)... Paul Bernard (pseudonimo di Paolo Belfiore), attore italiano di varietà, nato a Garlasco (Pavia) il 14 agosto 1885. Cognato di Grock. Cominciò a recitare in filodrammatiche di Torino, studiando insieme canto per dedicarsi all&