I Giganti Della Commedia: VITTORIO GASSMAN (a cura di Roberta Verde)

 

Diamo il via ad una nuova Rubrica, a cura di Domenico Livigni e Roberta Verde dedicata agli altri straordinari protagonisti della Commedia Italiana, tra Teatro, Cinema e Televisione.

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“Recitare non è molto diverso da una malattia mentale: un attore non fa altro che ripartire la propria persona con altre. È una specie di schizofrenia.” 

Un mattatore monumentale: questo era Vittorio Gassman di cui oggi ricorre l’anniversario della nascita, avvenuta a Genova il 1° settembre del 1922. Un attore versatile, magnetico, affascinante, uno dei pilastri della commedia italiana degli anni Sessanta. Artista poliedrico, ha spaziato in tutti i campi artistici, partendo dal teatro con il debutto nel 1943 a Milano, passando per il cinema e approdando in televisione, dove ha partecipato a numerose trasmissioni e caroselli. Una fama la sua che cresce in fretta, grazie soprattutto al suo aspetto da divinità greca: Vittorio Gassman è un uomo alto, prestante, affascinante, vigoroso, altero, irraggiungibile. La sua mostruosa bravura, la serietà e dedizione (si definiva “maniaco, perfezionista”)
Un Magnifico "Egocentrico"

che metteva nel suo lavoro, uniti a un carattere difficile e un po’ egocentrico lo portava a essere un artista allo stesso tempo amato e odiato. Tra i detrattori che lo hanno osteggiato è doveroso ricordare Achille Campanile, per il quale Gassman era uno “sbruffone egocentrico”. Questa spavalderia mista a un proverbiale e innegabile fascino, l’attore la trasferiva ai suoi personaggi, figureferoci, affamate di vita, sprezzanti del pericolo, arroganti, che arrivano a distruggere la vita altrui pur di soddisfare la loro insaziabile ricerca di felicità (uno dei ruoli più famosi dell’attore fu quello di Bruno Cortona de Il sorpasso, film capolavoro di Dino Risi considerato uno dei ritratti più rappresentativi dell’Italia del boom economico). Ma in questa rosa di personaggi negativi (Riso amaro, De Santis, 1949; I mostri, Risi, 1963) Gassman lascia spazio anche a una buona dose di autoironia vestendo, nella sua prima parte comica, i panni del balbuziente Peppe “er Pantera”, un pugile suonato che si mette a capo di un gruppo di improvvisati ladruncoli i quali, dopo lunghi appostamenti, invece di mettere le mani nella cassaforte di un banco dei pegni, riescono a rubare solo un gustoso piatto di pasta e ceci (I soliti ignoti, Monicelli, 1959 ispirato al racconto di Italo Calvino Furto in pasticceria). Un carattere quello di Gassman complesso e indecifrabile, che lo portò in vecchiaia a una profonda depressione: un dolore esistenziale, che l’attore fa chiaramente trasparire dalla sua voce stanca e arrochita dalle sigarette ma sempre incisiva. Istrionico, inquieto, Gassman trova la sua dimensione ideale nel film Kean – Genio e sregolatezza, pellicola da lui stesso diretta e tratta dall'opera teatrale Kean, ou Désorde et Génie di Alexandre Dumas,adattata nel 1953 da Jean-Paul Sartre. Di questa figura, già portata a teatro negli anni precedenti, Gassman ne rende magnificamente i repentini cambi d’umore, in uno spiazzante rapporto con il mondo che richiama il carattere poliedrico e incostante dell’attore. Legatissimo al teatro, suo primo amore, fu uno straordinario interprete di Shakespeare, che rese fruibile al grande pubblico portandolo in televisione in prima serata. L’istrionismo di Gassman oltre a manifestarsi nelle sue interpretazioni, si concretizza anche nella sua capacità di passare da un media all’altro conservando il medesimo fulgore. Nel campo televisivo, infatti, l’attore genovese ha inaugurato con il programma “Il Mattatore” (10 puntate andate in onda nel 1959 – regia di Daniele D’Anza), un nuovo modo di fare tv. Come ha evidenziato il critico televisivo Aldo Grasso, questo programma “ha inventato il contenitore e la commistione dei generi”. Gassman fa di tutto: il comico, il tragico, l’intrattenitore. Fa approdare nel piccolo schermo il cinema, il teatro, lo spettacolo circense, lo sport, il giornalismo. Una vera e proprio ventata di novità nel panorama televisivo italiano, talmente dirompente da dar vita al film Il Mattatore, diretto da Risi nel 1960 (una girandola di episodi e di personaggi truffaldini). Il programma fu anche oggetto di uno degli episodi di censura più significativi di quegli anni. Venne infatti bloccato, a mezz’ora dalla messa in onda della trasmissione, cosa che suscitò l’ira di Gassman, uno sketch in cui l’attore faceva una chiara ironia nei confronti dell’armatore e politico campano Achille Lauro. L’episodio e lo strascico di polemiche che seguirono, ebbero una risonanza internazionale, approdando anche sulle pagine dell’”Holiday Magazine” con un articolo a firma di John Steinbeck. 

L'indimenticabile Duo de "Il Sorpasso"


Sulla sua tomba troneggia la frase“Non fu mai impallato”; un epitaffio apparentemente difficile da comprendere, ma che contiene l’essenza della vita di Gassman. Una vita sempre al centro della scena, in cui non si è mai risparmiato.


 

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