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Visualizzazione dei post da marzo, 2021

UN RICORDO DI RAIMONDO VIANELLO (a cura di Giuseppe Cozzolino)

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  Per me ragazzo Totò è stato un idolo. Più tardi ho debuttato in cinema con lui ne "I due orfanelli": facevo un ufficiale a Villa Borghese, forse una sola posa. Due o tre pose le ho fatte in "Fifa e arena" e "Totò sceicco". In "Totò Diabolicus" ero addirittura il marito di Totò, il quale, vestito da donna, aveva caldo e si faceva aria agitando la gonna. Sapeva che non ero figlio d'arte, ero diventato attore per combinazione ed ero di estrazione nobiliare da parte di madre: e questo lo entusiasmava molto. Mi prendeva da parte e mi diceva:  «Facciamo una compagnia solo di nobili», e cominciavamo subito a fare elenchi con Giangaleazzo Benti, e cioè il conte Bentivoglio-Pallavicini e altri.  Gli sarebbe piaciuto farlo davvero, vedeva già l'intestazione: «Il Principe Antonio De Curtis presenta.. .» Quando facevo queste mie comparsate, mi prendeva sottobraccio, chiacchieravamo molto amabilmente. «Io posso dare titoli nobiliari, sono principe d