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Visualizzazione dei post da settembre, 2019

MEMORIE DI TOTO': Erzsi Paàl intervista Totò (A cura di Domenico Livigni)

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Erzsi Paàl, protagonista femminile del film “Fermo con le mani!”, in occasione dell’uscita del primo lungometraggio del Principe, intervistò il suo compagno di lavoro per i lettori della rivista “Cinema illustrazione”, ripercorrendo ed evidenziando con lui i momenti di svolta del suo viaggio nel mondo delle scene, teatrali e cinematografiche. Vi prego di credere che un’intervista con Totò non è la cosa più facile di questo mondo: con tutto che tre lingue (la mia, l’ungherese, il tedesco e l’italiano) le conosco posso dir bene, Totò ha una mimica che è assai più espressiva di ogni lingua parlata. E sarebbe questa per il suo pubblico, la più interessante a riferire, ma come si fa?                                                                                                                Inoltre, abituata ormai a lavorare con lui per lo schermo (abbiamo testé finito di <<fare>> insieme  <<Fermo con le mani!>>) egli mi ispira una così sincera ammirazione c

MEMORIE DI TOTO': Totò e il suo Autista (A cura di Domenico Livigni)

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Carlo Cafiero, il fedele autista del grande comico, ha raccontato questo aneddoto: Totò viene a Napoli e fa un giro in macchina per i quartieri popolari. In un vicolo dei Tribunali viene riconosciuto. Molta gente si accalca. La macchina è costretta a fermarsi. -Totò, quanto si' bello!  - grida una popolana commossa sino alle lacrime. Alcuni tendono la mano. L'attore, di cui è nota la generosità, distribuisce biglietti da cinquemila lire. Poi la macchina si allontana. Totò si volge all'avvocato De Simone che gli è a fianco, e dice soddisfatto: - Avvocà, avimmo fatto nu poco 'e bene! -Mi dispiace di quel povero vecchio! - risponde l'avvocato. - Quale vecchio? - Un poveretto che non ha potuto avvicinarsi alla macchina. Veniva sempre respinto. Totò ordina all'autista di tornare nel vicolo. Ma il vecchio non c'è più. Il principe sospira, e dice: Torniamo all'albergo. Quando la macchina s'arresta davanti al lussuoso edificio, l'

TOTÒ E IL CINEMA COMICO COME PONTE FRA ORIENTE ED OCCIDENTE (di Giuseppe Cozzolino)

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Sostenere che il Cinema sia in grado di gettare ponti fra culture differenti, distanti fra loro interi continenti, può risultare alquanto elementare. Cogliamo l’esempio del nostro Paese: dai tempi di registi come Dino Risi e Mario Monicelli, la Commedia all’Italiana ha rappresentato uno specchio straordinario delle trasformazioni/contraddizioni della complessa realtà socio-culturale, dal Boom economico alla Depressione di questi ultimi anni. Una forma di narrazione più efficace e diretta di tanti pur autorevoli manuali di storia, adottati nelle nostre scuole ed università. Se poi ci concentriamo su quel tipo di commedia che gli americani hanno definito “slapstick” [1] basata sul linguaggio del corpo e strutturato in Gag (Sketch) tanto semplici quanto efficaci, allora evochiamo un linguaggio mimico universale per tipologie di pubblico assai distanti fra loro (Oriente ed Occidente). Soprattutto un inno quasi anarchico alla libertà ed alla vita che trascende le comuni leggi del socia

MEMORIE DI TOTO': Macario racconta... (a cura di Domenico Livigni)

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 Nel lontano 1927, una clausola contrattuale legava Macario a Isa Bluette. Proprio per questa ragione, il comico fu costretto a disimpegnarsi con la compagnia di Achille Maresca, con la quale aveva ottenuto successi nazionali con la Rivista  Madama Follia  di Ripp e Bel Ami. Il cavaliere Maresca accettò la sua decisione, però ad una condizione, bisognava trovare un degno sostituto! E fu allora che Macario, bazzicando tra i diversi teatri suburbani di Milano, ebbe il primo avvicinamento con il comico napoletano (Totò), adocchiando in lui una novità comica totalmente conturbante, sensazionale e incontrollabile. La sua presenza in scena era quasi snodata, al punto tale che i suoi lazzi, generati da inesauribili movimenti rotatori, sembravano tanti colpi di frusta, scagliati da un animoso domatore di circo. Un addomesticatore tendente a punzecchiare, per ottenere, come risultato rimbombante, ruggiti ridenti di un pubblico docile. Questa efficienza di lasciare e, nello stesso tempo, di tene