MEMORIE DI TOTO': "Il nemico dei riflettori" di Giuseppe Isani (a cura di Domenico Livigni)


IL NEMICO DEI RIFLETTORI (Di Giuseppe Isani)


Quando decidemmo di parlare a Totò e ci dissero che vagava con la sua compagnia tra Civitavecchia e Viterbo e che lo avremmo trovato appunto quel lunedì al Teatro Unione di quest’ultima città. All’albergo risultava essere regolarmente in teatro, in teatro al caffè, al caffè di nuovo all’albergo. Scoraggiati ci aggiravamo su e giù per le stradine profonde e strette, quando un rombo di automobile ci annunciò nella calma del luogo che qualcosa di nuovo si era prodotto. Infatti Totò del quale tutti davano notizie tendenziose era proprio allora arrivato. Ci ricevette sotto una luce fioca dietro le quinte del teatro, contornato da una folla di belle ragazze e si spenzolò da dietro un tavolino salutandoci mentre con quel suo viso tutto d’un pezzo restava in attesa delle nostre domande. La testa ci turbinava tra visioni di castelli e di medioevo, di cartelloni e di polverosi camerini quando egli con convinzione disse: <<Nel cinema la cosa scocciante sono i riflettori. Perché i riflettori, vedete>>, proseguì, <<i riflettori incocciano, e io, io ho i capelli neri e lucidi e allora è un disastro>>.

<<Poi l’attesa è snervante; quando si fa del cinema sembra che l’attesa, e il bello è che non si sa che cosa si attenda, rappresenti la parte più importante e necessaria del lavoro>>.                                          
<<In sostanza non siete contento allora di fare del cinematografo?>>. 

Totò sembrò allora esser punto sul vivo. Allungò smisuratamente quel suo collo elasticissimo, spostò il volto nella sua tipica posa asimmetrica e <<chi l’ha detto?>>disse. <<Io sono entusiasta del cinematografo, purtroppo non così dei miei film>>.                                                                          
<<E allora?>>. 

<<Allora secondo me dei ritocchi andrebbero fatti all’organizzazione per guadagnare tempo e col tempo tante altre belle cose>>. <<Ma vedete in fondo il mio grande amore è il teatro. Mi dovete credere>>, e si alzò sulla fronte il cappello e accentuando con mosse delle mani il suo dire, <<le più grandi soddisfazioni è stato il teatro a darmele e sapete il perché? Perché il teatro è molto ma molto più difficile del cinematografo e quassù, su queste tavole giochetti e finzioni non se ne possono fare>>. 

D’improvviso s’accese un riflettore e ci colpì in pieno. Gli altri intanto aspettavano. Totò si alzò di scatto, sorrise <<Scusate, sapete com’è, c’è la prova: venitemi a trovare a Roma a casa mia quando ci sarò, parleremo più a lungo e lontani da queste finzioni>>. 

Cinema. Quindicinale di divulgazione cinematografica (A.IV, Vol.II, 25 novembre 1939). 



Commenti

Post popolari in questo blog

Le 10... MIGLIORI "SPALLE" DI TOTO' (a cura di Giuseppe Cozzolino)

I 10... "PEGGIORI" FILM (a cura di Giuseppe Cozzolino)

MEMORIE DI TOTO': Totò e il suo Autista (A cura di Domenico Livigni)